Mascherine per le vie respiratorie: come scegliere il tipo più adatto alle proprie necessità

Le mascherine rappresentano la prima e più importante barriera per difendersi dall'infezione da Sars-Cov-2 e può aiutare a prevenire la trasmissione del virus.

Con la diffusione dell’epidemia da Covid-19, la mascherina è diventata un ausilio fondamentale per scongiurare il rischio di contagio.

Questo particolare dispositivo di protezione rappresenta la prima e più importante barriera per difendersi dall’infezione da Sars-Cov-2 e, in unione alle altre misure precauzionali di igiene e distanziamento, può aiutare a prevenire la trasmissione del virus.

Naturalmente, in commercio esistono diverse tipologie di supporto per la protezione delle vie aeree: alcune sono particolarmente adatte agli operatori sanitari, altre idonee all’uso comunitario, di conseguenza, il modo migliore per distinguerle è conoscerne le classificazioni e le principali caratteristiche tecniche.

A correre in aiuto dei consumatori è per esempio il magazine di Lyreco, che ha realizzato una guida dettagliata per comprendere le differenze fra i diversi tipi di mascherine al fine di supportare l’utente nella scelta del dispositivo migliore.

Le mascherine chirurgiche

La mascherina chirurgica rappresenta il supporto attualmente più diffuso in ambito civile. È un dispositivo medico (DM) di classe 1, marchiato CE e distinguibile, al variare dell’efficienza di filtrazione batterica, fra Tipo I e Tipo II.

Fanno parte di questa categoria anche gli ausili di Tipo IIR, nei quali la lettera R finale indica la capacità, della parte più esterna del dispositivo, di resistere efficacemente agli spruzzi.

Alla luce di questa classificazione, è importante precisare che la normativa di riferimento stabilisce che le mascherine chirurgiche di Tipo I, in qualità di dispositivi atti a limitare la trasmissione degli agenti infettivi da parte di chi ne fa uso, non possono essere adoperate dal personale sanitario per effettuare operazioni chirurgiche o interventi ambulatoriali.

In ogni caso, questi supporti sono comunque da considerarsi dei validi ausili anche in ambito sanitario, poiché possono essere utili ai pazienti per ridurre il rischio di infezione, soprattutto nel caso di situazioni epidemiche.

Le mascherine FFP

Nella lista degli ausili atti a contrastare la diffusione del coronavirus, si distinguono anche le mascherine facciali filtranti, i dispositivi di protezione individuali noti con la sigla FFP – filtering face piece.

Questi supporti sono progettati per assicurare una perfetta protezione delle vie aeree da aerosol sia solidi sia liquidi.

Un’ulteriore discriminante è quella relativa all’opportunità di riutilizzo. I supporti, infatti, possono essere accompagnati dalla sigla R o dalla sigla NR, rispettivamente per indicare la possibilità di riadoperarli anche dopo il primo impiego o per segnalarne l’inservibilità dopo l’uso.

Le mascherine di comunità

Un ulteriore ausilio nella prevenzione dal contagio da Covid-19 è quello offerto dalle cosiddette mascherine di comunità.

Questi supporti filtranti, privi del marchio CE e, fino a un anno fa, non obbligati ad aderire agli standard produttivi delle norme tecniche, oggi sono chiamati a rispondere a determinati requisiti prestazionali dalla norma UNI/PdR 90:2020.

Ciò nonostante, non devono essere considerati né dispositivi medici né dispositivi di protezione individuale, bensì semplici misure igieniche di protezione, destinate a un’utenza civile.

Scritto da Redazione Online
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