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Quegli effetti positivi sulla salute del CBD che le normative ancora non recepiscono bene

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Quando si parla di cannabis bisogna fare particolare attenzione a distinguere la marijuana illegale da quella light e quindi legale, imparando a conoscere tutti gli elementi che compongono l’una e l’altra. La marijuana light, infatti, ha quantità inferiori del principio attivo THC (o Tetraidrocannabinolo), ridotte entro i limiti massimi previsti dalla legge: per questo, in Italia è perfettamente legale. La marijuana legale, inoltre, grazie all’elevata percentuale di CBD, sembrerebbe avere molteplici effetti benefici sulla salute fisica e mentale di chi ne fa uso.

Il CDB e i suoi potenziali effetti benefici

Il CDB (o Cannabidiolo) è uno dei principali composti che si trovano all’interno delle piante di cannabis. Questo principio attivo non ha proprietà psicoattive, non crea dipendenza e non provocherebbe effetti negativi, ed è attualmente venduto legalmente nel nostro Paese in molteplici prodotti, dalle infiorescenze pure a tutti i derivati alimentari e non, come olii, tisane, caramelle e molto altro.

Il miglior olio di CDB in Italia, acquistabile online dai rivenditori con approvazione di legge, sembrerebbe particolarmente adatto all’uso terapeutico. Tra i suoi benefici ci sarebbero infatti le sue proprietà analgesiche, capaci di dare sollievo da dolori di vario tipo, e anti infiammatorie.

Gli impieghi a scopo terapeutico del Cannabidiolo sono ancora in fase di analisi; tuttavia, le indagini riportano che il consumo di questa sostanza avrebbe riscontrato risultati efficaci nel trattamento dell’epilessia e di altri disturbi neurologici e autoimmuni, come per esempio la sclerosi multipla (darebbe sollievo ai dolori provocati dalla malattia, ma non diminuirebbe gli spasmi muscolari, la stanchezza, né migliorerebbe il controllo della vescica, la mobilità, il benessere e la qualità della vita nei pazienti) o l’artrite reumatoide (aiuterebbe chi ne soffre migliorando la loro mobilità).

Le potenti azioni calmanti, anti stress e anti depressive del Cannabidiolo aiuterebbero anche chi soffre di disturbi psicologici e psichiatrici, dalla schizofrenia agli attacchi di panico, dall’ansia patologica o sociale ai problemi d’insonnia, e potrebbero aiutare chi combatte contro la depressione a contrastare i pensieri negativi e rilassare la mente.

Infine, il CDB sembrerebbe essere un prodotto naturale e sicuro, in grado di alleviare, oltre ai disturbi più svariati già menzionati, anche i dolori mestruali e quelli provocati dalle emicranie, e potrebbe essere utilizzato anche in cosmesi, per la prevenzione di disturbi cutanei o come efficace trattamento anti age, o ancora come soluzione per combattere le dipendenze, come quella del fumo.

Il CDB e le normative in proposito

Le normative in Italia sul CDB sono ormai ben definite. La legge italiana ha legalizzato il CDB nel 2016, a patto che provenga da piante di Cannabis Sativa che contengano meno del 0,2% di THC. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), i prodotti a base di CBD sembrerebbero essere sicuri per gli esseri umani e la loro salute e non provocherebbero dipendenza dannosa.

L’uso del CDB è regolamentato in modo differente di Paese in Paese: in alcune Nazioni questa sostanza è completamente illegale, in altri lo è solo per scopi medici, in altri ancora, come in Italia, è consentito il commercio di prodotti edibili a base di CDB, considerati benefici per la salute, come caramelle, biscotti o infusi.

Nonostante le direttive di legge, ancor oggi si hanno difficoltà nella definizione di cannabis light e non, con idee diverse circa la percentuale di THC adatta a non creare effetti psicotropi. La legge dovrebbe quindi adattarsi alle più recenti ricerche e chiudere una volta per tutte la questione? Gli studi sono ancora controversi, sebbene la maggior parte sia concorde sugli effetti del CBD, come anche recepito dalla Corte di Giustizia europea che ha di recente rimosso dalla lista delle sostanze dannose il CBD, favorendo notevolmente produzione e commercio di prodotti e derivati. Le linee guida direttive non sono però ancora state recepite da tutte le nazioni europee, creando difficoltà nel libero commercio fra stati. Spagna e Germania restano i Paesi più permissivi, mentre in Italia si continua a discutere.

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