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Casco: i migliori e più sicuri per scooter

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Un metodo efficace per proteggersi quando si è alla guida del proprio motorino è certamente avere in testa e allacciato il casco. Si tratta di un copricapo che ha lo scopo di proteggere la testa da possibili urti o agenti esterni che potrebbero provocare seri danni.

Esistono diversi modelli di casco. In base alla proprie necessità, le caratteristiche si adattano al tipo di guida che facciamo. Tuttavia, nonostante le varie differenze, la funzione protettiva del copricapo per motociclette rimane invariata.

Casco con visiera per scooter

Il casco con visiera per scooter è senza dubbio la tipologia più richiesta del settore. Si tratta del modello classico dotato di una barriera trasparente che ha il compito di riparare gli occhi e la vista dai raggi del sole, dalla pioggia, dal vento e così via. In particolare esistono varie tipologie di visiera a seconda dell’utilizzo del proprio pilota.

I modelli

Il modello Trasparente è il tipo di visiera più rischio e utilizzato. In particolare consente a chi giuda l’esatta visione della strada proprio grazie al suo effetto trasparenza. Poi abbiamo il modello Oscurata che presenta una visiera non particolarmente trasparente, come nel caso della precedente. Infatti tale caratteristica è utile per diminuire l’effetto dei raggi solari sugli occhi del guidatore. Sono utili soprattutto durante le ore calde o durante il periodo estivo.

Infine c’è il modello A specchio che presenta i medesimi vantaggi dal secondo modello. Alcuni esempi consentono di nascondere l’interno volto del pilota. E’ efficace soprattutto quando si è a contatto con raggi solari molto forti o luci artificiali quasi folgoranti.

Inoltre le visiere per consentire l’isolamento dal mondo esterno, tendono a comprimere la guarnizione. Questa isola sia l’aria che l’acqua, così garantisce il sistema su cui si sviluppa la visiera. Ciò è dovuto grazie a una regolazione tramite asole che sono vincolate da una o anche più viti. In più permette la tolleranza produttiva di ogni parte, senza che si verifichi l’isolamento che potrebbe danneggiare o comprimere la guarnizione.

Casco integrale

Per i veri appassionati di moto che amano girare in libertà o in città con il proprio mezzo, sarebbe opportuno puntare verso un casco integrale. Infatti l’uso del casco con visiera non garantirebbe una protezione concreta qualora in caso di impatto da parte della superficie del viso.

Cercate tipologie di casco integrale che naturalmente risultino omologate. Si tratta di una piccola etichetta posta sul cinturino sopra una E seguita dal numero caratteristico per ogni Stato europeo che produce quel particolare accessorio. Inoltre il casco integrale presenta alcune caratteristiche in più rispetto ai modelli classici.

La calotta

Si tratta della superficie esterna del casco che protegge per prima il cranio da possibili impatti o urti. Generalmente la calotta si trova composta in differenti materiali suddivisi in 2 macro categorie: Termoplastici e Fibre.Nel primo caso si tratta di prodotti che hanno una minore qualità, mentre i secondi hanno una resistenza maggiore.

Ogni prodotto può avere un’unica misura di calotta che sia adottata per tutte le taglie o, in particolare nei caschi top di gamma, più calotte dedicate in base alla misura del casco medesimo. Tendenzialmente chi sceglie di usare una calotta per più taglie, utilizza differenti imbottiture o aumenterà la quantità di polistirolo all’interno per raggiungere la taglia predefinita. Ciò spesso può causare problemi alla comodità, al peso e a volte anche alla protezione del prodotto.

La chiusura

Si tratta della cintura da porre sotto il mento per allacciare il proprio casco. Esistono differenti tipologie, in particolare due sono i più importanti: lo sgancio rapido o ad anelli doppia D. Il primo è presente su caschi da uso più urbano; mentre il secondo viene usato in pista. Sebbene sia più scomodo, obbliga il pilota a regolare la tensione del cinturino ogni volta che si indossa.

La ventilazione

La sua utilità deriva soprattutto per l’eliminazione dell’umidità nel casco. Ciò potrebbe causare un appannaggio della visiera, causando un calo della visibilità di chi indossa il casco. Nel caso di questa particolare è bene consultare dei dépliant. Analizzando in modo attento le prese di ingresso aria e soprattutto l’estrazione.

E’ consigliabile cercare dei pareri su possessori dello stesso modello, chiedendo anche della rumorosità durante l’uso. Basta chiedere ai propri amici o rivolgersi su qualche sito online del settore.

L’imbottitura

Si possono trovare di vario tipo a seconda del loro utilizzo: le imbottiture estraibili facilitano l’igienizzazione, ovvero le imbottiture gonfiabili che consentono al casco di adattarsi e calzare perfettamente al volto di colui che li indossa ed altre ancora con due linguette. In caso di incidente, queste consentono l’estrazione della testa dal casco con facilità.

Opportuno sempre provare personalmente il casco in un negozio di fiducia, così per trovare la soluzione più comoda al nostro uso. In particolare se siamo abituati ad usare accessori sotto al casco, come ad esempio occhiali da vista, auricolari o simili.

Il peso

In generale varia più o meno intorno a 1500 grammi. Tuttavia esistono prodotti in fibra spessa che pesano anche 200 grammi in meno. Altri che pesano molto di più, come nel caso di modulabili, con visiere oscurate estraibili. Se siamo grandi viaggiatori, un peso ridotto può aumentare il confort, ma difficilmente si nota un peso differente nell’uso quotidiano.

La grafica

Sebbene anche l’occhio voglia la sua parte, la funzione principale del casco è la nostra protezione quindi la scelta della colorazione più o meno articolata teniamola in secondo piano. Cercate comunque di puntare su colori vivaci, in modo da essere sempre visibili dagli altri autisti e magari che siano in tinta con il vostro mezzo.

La marca

Si tratta di un indice di qualità importante. Bisogna puntare verso prodotti di marche presenti sul mercato da molti anni e con top di gamma utilizzati nelle competizioni. Infatti, questi sono i più impegnati nello studio di nuovi dispositivi di sicurezza e nella ricerca di soluzioni sempre migliori.

Normativa caschi scooter

Il casco deve sempre essere omologato dal Ministero dei Trasporti o tramite la specifica ECE/ONU 22-05 (europea, a partire dal 1986[19]) o la specifica DOT TP-218-07(americana) o l’omologazione senza valore legale della Snell o l’omologazione nazionale. Nello specifico per l’omologazione europea il casco deve presentare le seguenti caratteristiche:

  • Il numero distintivo dello Stato di immatricolazione (ad esempio “E3”) all’interno di un cerchio;
  • Il numero di omologazione (ad esempio “052216”), dove i primi due numeri indicano la versione della direttiva dell’omologazione, mentre i seguenti indicano l’omologazione specifica del casco;
  • La sigla di protezione della mentoniera (/J caso privo di mentoniera; /NP caschi con mentoniera non protettiva; /P caschi con mentoniera protettiva)
  • Il numero di produzione (ad esempio “037628”).

L’obbligo di indosso

L’uso del casco è obbligatorio secondo l’attuale “Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992” per:

  • Tutti i conducenti e passeggeri di ciclomotori e motocicli che siano indipendentemente maggiorenni che minorenni (legge dell’11 gennaio 1986).
  • I conducenti e i passeggeri di motocarrozzette e di motocicli (comprese le forze di polizia e i conducenti di moto d’epoca durante la manifestazioni).

Sono esenti da quest’obbligo esclusivamente:

  • Ciclomotori e motoveicoli a tre o a quattro ruote dotati di carrozzeria chiusa
  • Ciclomotori e motocicli a due o a tre ruote dotati di cellula di sicurezza a prova di crash e sistemi di ritenuta (ad esempio il motocarro).

Per le biciclette il codice della strada non impone alcun obbligo. Tuttavia viene richiesto nelle competizioni giovanili, in quanto oltre a non aver evidenziato alcun beneficio nell’uso quotidiano, ha anche segnato una forte riduzione d’uso della bicicletta. Costringendo così gli Stati che hanno testato o approvato tale obbligo a un’inversione o a un nuovo studio in materia.

Cosa non fare mai

Non sfilare il casco in caso d’urto. Soprattutto se violento, il casco deve essere rimosso dal personale del 118. Ciò in quanto è in grado di preservare l’allineamento del rachide cervicale del paziente traumatizzato. Infatti l’impatto subito dal casco si può trasferire sul rachide cervicale. Dunque quest’ultimo deve essere mantenuto allineato sino a diagnostica ospedaliera.

Nel caso un oggetto sia conficcato nel casco e arriva sino al cranio, la rimozione dello stesso viene eseguito nella struttura sanitaria. L’uso del casco permette di ridurre l’incidenza delle lesioni al cranio.

Il collare sottocasco è un tipo di collare che si interpone tra il casco e le spalle del conducente. La sua funzione è di evitare un’iperestensione del collo, che può portare alla sua rottura. Tale protezione è molto importante e usata in particolare durante le competizioni agonistiche.

Quando scade un casco

Per quanto riguarda la scadenza del proprio casco, una delle regole elementari di ogni pilota è proprio quella di non utilizzare elementi troppo vecchi. Ciò in quanto può verificarsi il naturale degrado di colle e resine utilizzate. Esse sono in parte dovute al tempo e in parte agli agenti atmosferici, shock termici e sole a cui le calotte del casco risultano esposte ogni volta che l’accessorio si utilizza.

Un’altra normativa non scritta, prevede che la sostituzione avvenga anche in caso di caduta. Una semplice e piccola rottura, può rivelarsi fatale in caso di successivo impatto.

Su questo aspetto, i biker americani in particolare non ne vogliono però sapere. Infatti secondo un recente sondaggio, il 60% degli intervistati ha affermato che non cambierà il suo attuale casco fino a quando non sarà coinvolto in un incidente. Mentre il 20% non ne acquisterà un altro fino a che quello il suo possesso continuerà ad avere un bell’aspetto.

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